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.Remo guardava intontito.Aloe singhiozzava comeuna stupida, forse non si ricordava nemmeno piú perchéLetteratura italiana Einaudi 138 Massimo Bontempelli - Vita e morte di Adria e dei suoi figlipiangeva.Remo improvvisamente domandò con unospavento: La mia valigia? È di là. Dove? Va a prenderla, Aloe.La donna andò, tornò trascinando la valigia chiusa.Remo vedendola si calmò.Il tedesco parlava ancora: Mi dispiace che tu te ne vada, ma non c era da faraltro.Il piú difficile è stato stanotte& non pensiamoci.Ora riposa; puoi riposare tutta la giornata, e domanimattina ti diamo il buon viaggio e quello che è stato èstato.Cosí Remo sul mercantile Damiana in un aurora dinebbie rosate partiva, e non era piú Remo, era CarmineBonaccorsi detto Carbon; e andava a portare una mino-renne ad André trafficante di bianche di là dall Oceano,a Buenos Aires, o forse a La Plata, non importa; non èRemo questo, Remo non c è più, e noi non ci dobbiamooccupare di Carmine Bonaccorsi, che se ne vada con labuona o la mala fortuna.A noi importava Remo, impor-tava Tullia, importava il marito di Adria.Tutti li abbia-mo ormai accompagnati fino al termine dei loro destini;ora ci occorre vedere in quale modo anche Adria scom-paia, come tutti un giorno scompariremo, dal mondo.Letteratura italiana Einaudi 139 Massimo Bontempelli - Vita e morte di Adria e dei suoi figliPARTE QUINTAADRIA (III)Letteratura italiana Einaudi 140 Massimo Bontempelli - Vita e morte di Adria e dei suoi figliIIL tempo lima sordamente le cose dello spirito, macontro le cose fatte di materia muove colpi violenti pertenerle in moto continuo.L acqua è subdola, e per dura-re fugge, o nell oceano sotto il soffio del tempo simulauna immensa agitazione.Ma contro le cose solide checredono ristare ferme in eterno il tempo mena disperaticolpi.Cercano cristallizzarsi sulla crosta della terra imonti e le città: lui di tanto in tanto per crollare i montimanda il terremoto, contro le città imperversa mettendonell animo degli uomini la irrequietudine e nelle loromani il piccone.Le case e i palazzi che ancor ieri pareva-no all uomo divini recessi a trovarvi la felicità fino allamorte, le vie e le piazze che fino a un ora fa erano como-da scena ai loro passeggi, tutt a un tratto s accorge chesono mostruosamente stretti e insopportabili.Allora af-ferrano il piccone (non sanno che è il Tempo, che vuoleogni cosa trascorra e si muti, a porgerlo e incitarli) e af-fannosamente le demoliscono per costruire sui liberatispazi case piú grandi; le quali i loro figli e i nipoti trove-ranno ugualmente inabitabili, e similmente le ruineran-no.In tal modo, a ritmo di terremoti e piccone, si conti-nua nell infinità dei secoli la storia sacra della crosta ter-restre.Per questo, dopo che dalla frontiera d oriente, fi-nita la guerra, quegli uomini furon tornati a Parigi,presto s accorsero che alcuni dei suoi quartieri eranotroppo grami per potervi abitare una generazione di vit-toriosi, e a forza di piccone li demolivano.Un giorno ar-rivò ad Adria un decreto, che tutta la strada della sua ca-sa (ove ella da dodici anni stava reclusa) doveva esseredistrutta per ordine delle Autorità supreme.Ella eraperciò invitata a trovarsi, entro un certo lasso di tempo,un altra dimora.Letteratura italiana Einaudi 141 Massimo Bontempelli - Vita e morte di Adria e dei suoi figliTutte le imposte erano serrate e tutte le lampadesplendevano nelle tre stanze di Adria, quando ella rice-vette lo strano messaggio dell Autorità.Non si scompose, lo strappò, e continuò nella sua oc-cupazione, ch era leggere il poema di Orlando Innamo-rato.Invece tutta la strada, e la piccola gente che la abitava,entrarono in grande inquietudine.Maggiore l agitazionefu tra la gente di servizio di Adria.Erano impazienti disapere che cosa ella avrebbe fatto.Ma la signora nonaveva scelta.Sarebbe dunque uscita di là.La cosa li in-curiosiva, li tormentava.Uscire, per cercarsi un altra ca-sa.Almeno, la avrebbe fatta cercare da qualcuno, forseda uno di loro, probabilmente da Albertina: ma ancherimettendosi ad altri per la scelta, comunque avrebbedovuto uscire per recarsi dalla casa condannata alla nuo-va.Ecco un mutamento si presentava alle loro vite mo-notone.Non parlavano d altro.Gli abitanti delle case vi-cine venivano ogni giorno, ogni ora, curiosi di novità.Strane leggende s erano formate nel quartiere intornoalla signora che nessuno aveva veduto mai.Tutti cosíaspettavano.I giorni passavano.Gli altri maledicevanoall ordinanza dell Autorità, erano affannati alla visionedelle difficoltà nuove che avrebbero dovuto superare inquel tempo già difficilissimo.La gente di Adria prende-va parte ai commenti della strada.Cominciavano ainformarsi per conto loro, per essere pronti quando lapadrona affiderà loro il cómpito delicato.Un altro avvi-so arrivò.Albertina si fece coraggio, ne parlò alla signo-ra.La signora era ancora a letto: traverso la cortina chechiudeva l alcova rispose:  C è tempo .Albertina nonosò insistere.Una nuova intimazione fissò una data irre-vocabile: per il primo giorno di ottobre la casa dovevaessere sgombra, pronta al primo colpo di piccone.Cioè,tra venti giorni.Ora Adria s era messa a pensare al problema.Letteratura italiana Einaudi 142 Massimo Bontempelli - Vita e morte di Adria e dei suoi figliVi pensava ogni giorno.Non intravedeva la menomasoluzione.Allora non ci pensava piú, fino al giorno ap-presso.Le sue riflessioni erano rapide e semplici.Adria nonammetteva poter uscire di là.Cedere a quella necessità,era un riconoscerla superiore alla sua legge [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

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